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SE

Questo CD è dedicato a Cave del Predil, mio paese d’origine.
Cave è un paese ai piedi di una miniera.

O meglio, con una miniera sotto i piedi, davanti agli occhi e nel cuore.
Il paese ha goduto di un periodo di benessere socio-economico per circa un trentennio (dagli anni cinquanta agli anni ottanta) all’interno del quale ho avuto modo di trascorrere un periodo della mia vita davvero “speciale”.

Un attività sociale, culturale, sportiva all’epoca non comune per una frazione di montagna: scuola di musica, coro, teatro , balletto, attività sportiva di ogni tipo.

Nell’aria c’era un senso di appartenenza, di grande famiglia in cui i valori della vita erano reali, in cui l’identità personale di ognuno di noi era tale per cui sarebbe risultato inutile cercare di apparire senza essere veramente.
Per un musicista i valori ed il rispetto delle regole sono cose importanti.
Cave mi ha dato l’opportunità di coltivare l’interesse per la musica e le attività di gruppo in genere e quindi oggi mi sento in dovere di restituire la cortesia dedicandogli questo CD. Il primo brano in particolare è forse il più emblematico in quanto si tratta di un elaborazione del canto dei minatori “ O Gesù se un giorno tu ritorni” che veniva (e viene tuttora) cantato in occasione della festa patronale della miniera.

Era un momento in cui gli sforzi svolti dai minatori durante l’anno trovavano la giusta celebrazione ed una ricarica emozionale e spirituale condivisa da tutta la comunità. Un progetto personale quindi nel quale ho cercato di legare il jazz, o quello che è il mio linguaggio musicale al momento, con l’anima del minatore e la cornice che ha saputo creare attorno a sé con il suo lavoro che sappiamo essere tra i più duri e massacranti al mondo.

Ricordo ancora il mitico Schoelander che incontrandomi alla fine del suo turno di lavoro abbandonava con lentezza esasperante l’ambita birra da mezzo, sollevava la manona alla Bud Spencer e articolando le dita in puro stile Oliver Hardy mi salutava:

“ Ah, Strukelj … plin, plin, plin”.

Troppo bello.

Purtroppo la miniera è stata chiusa nel 1992, ed in seguito a ciò il paese sta vivendo un periodo di crisi dal quale fatica ad uscire. Ma negli ultimi anni molte iniziative encomiabili stanno contribuendo alla ripartenza del paese.
“Se”, il titolo del CD, è un avverbio di tempo che risuona nella mia mente quando penso al passato ed al futuro di Cave.
E’ un insieme di rammarico per le cose perdute, senso di ingiustizia per ciò che è accaduto e di speranze che per il momento non trovano ancora una vera via d’uscita.
Si tratta di una sorta di riflessione musicale basata sul rispetto per le persone che hanno fatto onestamente il proprio lavoro e per quanto hanno saputo trasmettere a me ed ai miei compaesani.

Jazz e miniera, è possibile.

D’altro canto il jazz è o non è una miniera di suoni?  Gluck auf!